(…) E’ necessaria la nostra totale presenza. Intesa in questo senso, (…) è una miscela di calma, vigilanza e vitalità, che scopriamo di poter ottenere solo lavorando in un determinato modo sul nostro stesso stato mentale.
(…) Essere presenti, quindi, non significa necessariamente avere la mente calma, ma notarne le divagazioni e poi tornare alla situazione immediata (…) Il punto chiave sta nell’avere la flessibilità necessaria per accorgersi se si è “altrove” e tornare indietro, come in una specie di danza. (…)
Essere attenti e nel contempo distesi significa anche non essere invadenti. Detto semplicemente, bisogna seguire i propri tempi, ciò permette anche all’altra persona di essere presente. Possiamo limitarci ad ascoltare, ma avere al tempo stesso la netta sensazione della nostra stessa presenza e del nostro interesse per l’altro. Egli soffre ma non stiamo cercando di toglierli per forza il dolore: stiamo aggiungendo la nostra presenza alla sua presenza dolorosa. (…)