Questa è una guida per famiglie che hanno un membro sofferente di un grave disturbo mentale, come disturbo schizofrenico, bipolare, o depressivo maggiore. Il testo base è stato scritto da M. S. W. Constance Packard. Lei è madre di un figlio con diagnosi di Schizofrenia, terapeuta familiare e membro del Windhorse Board of Directors.
Windhorse è un insieme di professionisti, pazienti e familiari e noi consideriamo molto importante che questi tre gruppi lavorino insieme e si tengano reciprocamente informati.
Lo staff clinico, comunque, procedette ad una revisione e rifinitura della Guida, specialmente grazie al contributo di Sally Clay e Harold Raush. Sally è un’utente che ha continuato a restare attiva e che era, a quel tempo, sia nello staff sia nel Board of Directors. Harold è il padre di uno psicologo clinico laureato con un progetto Windhorse, co-leader del programma per le famiglie.
Vi offriamo la Guida come introduzione al modo di lavorare del Windhorse Associates con le famiglie dei nostri pazienti. La offriamo anche alle altre famiglie, ovunque possa rivelarsi utile.
I professionisti della salute mentale sono soliti dire che i genitori causano disturbi mentali nei loro figli. Studenti di psichiatria, di psicologia clinica e assistenti sociali imparano che esistono “madri schizofrenogeniche” e “padri distanti”. Fortunatamente, la credenza riguardo la causa della malattia mentale comincia a vacillare.
Ad oggi, il punto di vista predominante nel campo è che un disturbo mentale sia una malattia fisica nella quale pensieri e comportamenti sono sintomi di uno squilibrio del cervello. La malattia mentale è paragonata ad un disturbo come il diabete. Ci viene detto che qualcosa si è guastato e che può essere aggiustato soltanto attraverso la tecnologia medica cioè attraverso i farmaci. Questo punto di vista viene spesso chiamato “modello medico”.
L’ implicazione di questo punto di vista è che se c’è un difetto nel cervello, non c’è speranza di guarigione, e il massimo che si può fare è trattare i sintomi. Il modello medico richiede una vigilanza costante per la ricomparsa dei sintomi, ed incoraggia a trovare qualcosa di “sbagliato” nei più sottili cambiamenti di atteggiamento o di comportamento.
In aggiunta a questo, se le famiglie e i professionisti fanno affidamento esclusivamente sul modello medico, tenderanno a dare messaggi che esautorano coloro che soffrono di questi disturbi.
L’approccio Windhorse è piuttosto diverso. Noi vediamo i disturbi mentali essenzialmente come un problema umano che può essere riorientato attraverso mezzi umani. Anche se ci sono molti fattori coinvolti nei disturbi mentali, comprese le funzioni cerebrali o l’ereditarietà, noi non dobbiamo guardare alla persona come a una malattia o a un ammasso di sintomi. Diversamente, noi trattiamo il problema con il buon senso – con rispetto, disciplina, gentilezza e la scelta di uno stile di vita. Lavoriamo per creare un ambiente fisico e psicologico di cui possa beneficiare chiunque ci viva, sia la persona in difficoltà, sia la famiglia o i suoi amici.
Noi crediamo che la guarigione sia possibile, e che possiamo emergere dalla sofferenza e dalla confusione di un disturbo mentale con una profondità di comprensione che ci darà una maggiore solidità per il resto della nostra vita.
Noi crediamo che sia possibile avere una vita piena di significato, a dispetto della disabilità, lungo la strada della guarigione e anche se non si verificasse una piena guarigione.
Includiamo le famiglie nel nostro lavoro perchè le dinamiche familiari, gli atteggiamenti e la comunicazione influenzano il processo di guarigione sia favorendo la creazione di un ambiente sano, sia viceversa, ostacolandola. I membri di una famiglia sono profondamente e potentemente interconnessi. Se un membro di una famiglia si trova in uno stato estremo, tutti i membri della famiglia si troveranno anch’essi in uno stato simile per una sorta di risposta alla difficoltà della situazione e all’intensità delle emozioni associate ad essa.
La crescente disgregazione, dolore e ansia sperimentata dalle famiglie, combinata con l’atteggiamento culturale negativo verso la malattia mentale e la frammentazione del Sistema Sanitario, costituiscono le maggiori e continue cause di stress in molte di queste situazioni.
Noi sappiamo che è un viaggio difficile, e che tutti voi avete raggiunto il limite della vostra resistenza. Noi sappiamo che le famiglie, come i pazienti, normalmente si trovano in un labirinto di dolore, paura, conflitto e confusione e che è difficile sapere a chi rivolgersi per trovare aiuto.
Non importa quanto grande possa essere lo stress o la confusione, nella nostra esperienza ci sono due questioni basilari che stanno a cuore alla maggior parte dei famigliari:
1) Come posso dare a mio figlio o figlia, o fratello, marito o moglie, ciò di cui lui o lei ha bisogno?
2) Come possono gli altri membri della nostra famiglia sopravvivere e crescere nel mezzo di tutto questo caos e terremoto?
Questi sono due concetti base a cui fare riferimento quando si pensa alla situazione della famiglia e a come essere d’aiuto. Sono completamente correlati e interdipendenti e non possono veramente essere considerati separatamente perchè la capacità dei familiari di dare al loro parente in difficoltà ciò di cui lui o lei ha bisogno sarà grandemente influenzata dal modo in cui loro stessi riusciranno a condurre delle vite in egual misura soddisfacenti.
Infatti, l’interconnessione di questi due importanti principi sottolinea tutto il nostro lavoro e si estende anche alla rete dei professionisti e a tutto il gruppo delle persone coinvolte nel trattamento del paziente. In altre parole il primo principio che guida il nostro lavoro è che il paziente, i professionisti e i membri significativi della famiglia sono inestricabilmente e strettamente collegati al processo di guarigione e che ogni cosa dipende dall’altra, nel bene e nel male. Di conseguenza è di grande importanza che tutti noi lavoriamo insieme con un proposito e in una visione comuni di ciò che può favorire la guarigione.
Attraverso la nostra esperienza combinata tra operatori professionali, familiari e pazienti abbiamo imparato alcuni principi guida per le famiglie che portano verso la salute e la guarigione. Sono i cinque principi che vi presentiamo qui e che crediamo ci consentiranno di dare al membro della nostra famiglia il supporto e il nutrimento di cui lui o lei ha bisogno, di porre confini e limiti per proteggere ognuno nella famiglia e di trovare lo spazio per nutrire noi stessi – tutti requisiti necessari se la famiglia dovrà funzionare per il benessere di tutti i suoi membri.